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Gemma Arterton Italia
Gemma Arterton Italia
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Interviste

Il lockdown di Gemma tra Wilder, i Soprano e horror

by Gian 17 Febbraio 2021

Cosa ha guardato Gemma durante il primo lockdown? Una full immertion nei suoi gusti cinematografici, televisivi e musicali

Lo scorso anno, Gemma Arterton aveva condiviso con TimeOut le sue visioni casalinghe durante il lockdown di Aprile. Tutte visioni interessanti e degne di nota che ci fanno conoscere un po’ le sue preferenze in merito a film, serie e videoclip. Oggi le voglio tradurre per voi. Pronti?

Serie in streaming da recuperare


“Mio marito [l’attore Rory Keenan] ha cercato di convincermi a guardare I Soprano l’anno scorso, ma continuavo ad addormentarmi – sono una persona che si addormenta guardando le cose – quindi probabilmente mi ci dedicherò ora. È in cima alla mia lista da molto tempo. Sto vedendo la prima stagione di The Americans e sono sei stagioni. Potrei iniziare anche Westworld. È la cosa migliore quando inizi una nuova serie.”

Programmi in streaming


“Ho appena finito Tiger King [su Netflix]. Joe Exotic e gli altri personaggi sono completamente unici e stravaganti. Se sei un attore e hai interpretato uno di loro, tutti penserebbero che sia inverosimile. A parte la follia di tutta la faccenda, sono stata piuttosto turbata dalla crudeltà sugli animali. Ma allo stesso tempo, [la serie è] divertente. Chi sarebbe il miglior regista per un film su Tiger King? Penso che qualcuno come Danny Boyle o forse Andrea Arnold perché è ossessionata dall’americana.”

Gemma Arterton con suo marito Rory Keenan

 

Letture cinematografiche preferite


“Uno dei migliori libri di recitazione in circolazione è Rispetto per la recitazione di Uta Hagen. È il massimo. Inoltre, il libro True and False di David Mamet è brillante. Easy Riders, Raging Bulls di Peter Biskind è un libro straordinario sulla fine degli anni ’60 e ’70, l’età d’oro di Hollywood. Una lettura così fantastica su tutte le droghe che sono state prese e tutta la roba folle che stava succedendo.”

Video musicali del cuore


“Adoro quello di Michel Gondry per Let Forever Be dei Chemical Brothers. È un video musicale straordinario. Inoltre, il video di Jonathan Glazer per Rabbit in Your Headlights di Unkle, anche se non ti mette così tanto di buonumore, perché è solo Denis Lavant che viene investito da un’auto. È così strano quello che succede quando sei in lockdown perché di solito sono immersa nella musica, ma non è stato questo il caso. Ho fatto più cose pratiche come il ricamo e pittura.”

Toni Collette in Hereditary di Ari Aster

 

La cosa che più ti manca nel non poter andare al cinema


“Il sovraccarico sensoriale di guardare un film al cinema, vivere un film insieme e provare cose insieme. Amo l’horror e questo è molto meglio al cinema. Mi manca davvero quel sentimento comune. Questo sarà completamente dannoso per il cinema e il teatro, ma forse sarà anche una benedizione, perché potrebbe far apprezzare davvero alle persone l’evento di andare al cinema. Forse ci sarà una rinascita dell’andare al cinema. Lo spero davvero.”

Film da rivedere


“Sono rimasta davvero colpita da Hereditary quando l’ho visto. Mi ha ricordato gli horror degli anni ’70 che amo – come Rosemary’s Baby – e Toni Colette è così brillante qui.”

Gemma in La ragazza che sapeva troppo del 2016

Commedia che non ti stanchi mai di vedere


“L’appartamento di Billy Wilder, al 100 percento. È il mio film preferito. Non mi annoio mai di guardarlo. Inoltre, Sister Act. In tempi di disperato bisogno, abbiamo bisogno di Whoopi Goldberg con l’abito da suora.”

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17 Febbraio 2021 0 comment
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Interviste

Gemma su scene di sesso, Diana Rigg e Black Narcissus

by Gian 26 Dicembre 2020

Adattamento dell’articolo del The Times scritto da Andrew Billen

Martin Scorsese una volta ha osannato il film Black Narcissus del 1947 diretto da Michael Powell e Emeric Pressburger come “uno dei primi film veramente erotici”. Ora il romanzo di Rumer Godden incentrato sulle suore represse inglesi che vanno fuori di testa sull’Himalaya è stato adattato di nuovo, questa volta in una mini-serie BBC che va a stuzzicarci e spaventarci durante la pausa natalizia. E chi meglio per interpretare la suora a comando più tormentata, sorella Clodagh, che Gemma Arterton?

Arterton ha fatto il suo debutto cinematografico in St Trinian’s, ma è una pluripremiata attrice classica, un’esponente del MeToo vista l’ultima volta sul palcoscenico londinese come Giovanna D’Arco in Saint Joan di George Bernard Shaw. E mentre questo adattamento di Black Narcissus scritto da Amanda Coe, che ha scritto The Trial of Christine Keeler, sicuramente porta il carico sessuale, è – a eccezione di brevi, carnali flashback – una storia religiosa abbottonata.

Ha rivelato che l’abito da suora era molto difficile da disfare che durante i dieci giorni di riprese in Nepal il cast rimase col costume quando mangiarono a un ristorante locale chiamato, sì veramente, YakDonalds.

“Sinceramente mi sono divertita a indossarlo,” ha detto, “ma so che qualcuna delle altre attrici hanno sofferto. La parte veramente peggiore è il soggolo, che tu indossi sotto il tuo velo. Ti blocca le orecchie e devi legarlo dietro così ti restringe il collo. Sopra a questo hai la pettorina e la veste, quindi non riesci a toglierlo facilmente – e ancora in cima a tutto, il velo.

Gemma Arterton in Black Narcissus

“So che Aisling Franciosi [che interpreta la suora più irrequieta, Sorella Ruth] si è sentita soffocata da questo. A me è piaciuto perché mi ha aiutata a entrare nel personaggio: sei allacciata dentro; non puoi scappare. Non c’è modo di esprimersi se non con il viso e le mani, e mi piace questo. Ma ci sono stati un paio di giorni che abbiamo avuto delle occhiatacce dalle persone nel ristorante.”

Il momento nella serie più sessuale è sicuramente quando Sorella Clodagh passa un bicchiere d’acqua a Mr Dean, l’aiutante del sovrano del posto, interpretato dall’attore hollywoodiano (e marito di Emily Mortimer) Alessandro Nivola.

“Vado nel suo bungalow, lo vedo mezzo svestito e fuggo via, ma poi qualcosa mi spinge a tornare indietro a parlargli, anche se penso che non dovrei farlo. Quindi quando abbiamo questa specie di scena banale in cui parliamo di questo ragazzo che è arrivato e discutiamo se prenderlo o no nel nostro convento, veramente si capisce questo desiderio di lei per lui, lui che lo capisce, e questo imbarazzo tra loro. C’è un momento in cui non so cosa fare con un bicchiere d’acqua e quindi vado dritta da lui e glielo do. E per lei questa è una grande cosa.”

Per lei è come se fosse un rapporto sessuale completo.

Arterton spiega che comunicare passione implicitamente piuttosto che esplicitamente è stata la sfida più grande perché ha trovato “molto facile emozionarsi” sul set. “Penso di essere una persona emotiva in generale. Sono stata sempre abbastanza libera con le mie emozioni, devo dire. Qualche volta mi è capitato di vedere performance che ho fatto e pensare, ‘Oh Dio, se solo avessi trattenuto un po’ di più.’ “

Gemma Arterton in Summerland

Lei può, infatti, rimanere tra le righe in maniera perfetta. Quest’anno nel film Summerland ha interpretato Alice, un’irritabile solitaria col cuore congelato da una contrastata storia d’amore lesbo. Tre anni prima in The Escape è stata Tara, una madre depressa e col cuore ammalato dal suo stupido marito e dai suoi bambini chiassosi, dove la rabbia e la disperazione esplosero dallo schermo (è un film a basso budget, ma molto probabilmente il suo migliore).

Chissà se questa apertura abbia radici nella sua infanzia, dove è stata allevata da sua madre divorziata, proprietaria di un’impresa di pulizie, in una casa popolare nel Kent. “Lei è una tipa molto liberale e molto affabile,” lei dice, “e tre donne che crescono insieme in casa: ci saranno state sicuramente molte emozioni in questo posto”. Due di tre erano destinate a diventare attrici, infatti sua sorella Hannah è nella serie thriller The Five. “Yeah”, Gemma ammette. “Io e mia sorella, eravamo terribili.”

Sebbene dieci giorni in Nepal non sono stati abbastanza a farle chiudere la mente, Arterton dice che la breve esposizione all’Himalaya l’ha fatta un po’ “piccola e insignificante”. Il resto delle riprese sono state fatte negli studios di Pinewood, dove fu girato interamente il capolavoro di Powell e Pressburger. Coe e la regista, Charlotte Bruus Christensen, hanno aggiunto un aspetto da horror story al racconto (Coe lo chiama “Shining con suore”), ma i fantasmi in carne ed ossa dal 1947 stanno intorno a questa serie. Uno dei produttori della serie, Andrew Macdonald, è nipote di Pressburger e Godden è la bisnonna di uno della crew. Sicuramente delle immagini iconiche, la vertiginosa scena sul precipizio e l’impazzita Sister Ruth col rossetto rosso, hanno viaggiato liberamente dal cinema degli anni 40 fino alla tv del 2020.

Però, non è un caso, che regista e sceneggiatrice questa volta erano donne. “I film Powell-Pressburger sono ovviamente scritti da uomini come sceneggiatori e registi. Penso che una delle ragioni per questa produzione sia stata che i produttori volessero raccontare ancora questa storia con uno sguardo femminile.”

Gemma Arterton in La scomparsa di Alice Creed, 2009

E’ stato confortante per Arterton di avere Christensen, conosciuta di più come direttrice della fotografia, a usare la camera nei flashback più espliciti della serie. Si parla del film La scomparsa di Alice Creed con Arterton del 2009 dove interpreta una donna rapita, nuda sul letto con un bavaglio in bocca mentre i suoi rapitori abusano di lei. Il regista era un uomo.

“Veramente, ebbi una grande conversazione con J [Blakeson], che era anche lo scrittore. Mi sono sentita in buone mani. Gli altri attori, Martin Compston e Eddie Marsan, sono le persone più carine. Tutti erano molto protettivi con me, e non mi sono mai sentita in pericolo o sfruttata da tutti. E’ stato gestito molto bene, ma ora metto in considerazione se c’è nudo o scene di sesso in una parte e mi domando se sono veramente necessarie. Ma non mi oppongo nemmeno.

“Penso di essere diventata capace di accettare solo quando le cose non sono andate come speravo, perché è praticamente sempre. A meno che tu non faccia un one-man show e stai scrivendo, producendo e recitando in quello, non puoi avere controllo su questo. C’è collaborazione alla fine del giorno.” Ma si è sentita, come donna, particolarmente lesa dal trattamento nel business? “Ne ho parlato molto a riguardo nel passato, ma dove sono ora mi fa stare bene e penso di essere un posto decisamente migliore per la mia carriera. Sono molto più soddisfatta di dove sono, del lavoro che faccio e delle persone con cui lavoro. Quindi non mi posso lamentare.”

Arterton ha fondato la sua casa di produzione, Rebel Park Productions, che si concentra su progetti capitanati da donne. E’ venuta dopo il crime thriller hollywoodiano del 2013 Runner Runner dove Arterton era co-protagonista con Justin Timberlake e Ben Affleck.

“Quello è stato un momento veramente fondamentale, attualmente. C’erano persone che venivano licenziate a destra, sinistra e al centro. Non mi sono divertita. Mi ha insegnato molto riguardo cosa ho fatto e cosa non voglio fare. Quindi dopo quello ho tirato su la mia compagnia di produzione e ho fatto il mio primo film con una regista donna, The Voices [una commedia nera accolta molto bene], con Marjane Satrapi e la mia carriera ha cambiato marcia. Dopo quel film, ho iniziato veramente a dire, ‘OK, forza ora. Non scegliere film che non sei interessata a fare.’ Prima di questo facevo cose perché pensavo fosse la mossa giusta per la mia carriera.”

Gemma Arterton in The Voices del 2014

In realtà Gemma è meno seriosa di quello che può sembrare leggendo questo articolo. Lei è stata sempre capace, secondo le sue parole, di prendersi in giro. Più di dieci anni fa, per esempio, ha mostrato al Jonathan Ross show dove aveva le dita in più sulla sua mano (poi tolte alla nascita). Si diverte sul suo accento che vacilla, qualche volta dall’est del Kent, altre volte aristocratico della Rada. Sotto Natale i bambini nel Regno Unito possono ascoltarla nel dare voce al personaggio di Mona Lisa nel film d’animazione Master Moley.

E’ stata Diana Rigg ad averla veramente solleticata. Black Narcissus è stato il suo ultimo ruolo televisivo e ha lasciato il suo impatto anche in soli due giorni di set. “Ho queste foto fantastiche. Abbiamo fatto questi selfie durante il giorno, di noi vestite da suore che facevamo facce buffe. Lei è stata proprio come avrei immaginato. Aveva questo luccichio nei suoi occhi tutto il tempo ed era veramente, veramente, veramente sfacciata e spiritosa. E’ stato un grande piacere. Mi ha detto che ha inventato un cocktail per il suo ottantesimo compleanno chiamato D’s Dynamite, due parti di Cointreau e una parte di prosecco e lei mi ha detto, ‘Oh cara, ti fa sbronzare completamente.’ Quindi nel giorno in cui ha finito le riprese ho portato Cointreau e prosecco e abbiamo bevuto D’s Dynamite in seguito.”

Com’era l’accento di Gemma dopo quella bevuta? “Oh Dio, ero mezza sbronza. Chi lo sa? Lei può gestire il suo drink, comunque.”

Il prossimo anno dovremmo vedere più il talento comico della Arterton nel posticipato prequel di Kingsman, The King’s Man – Le Origini. In primavera girerà un thriller scritto da Patrick Marber chiamato Curtain Call dove interpreta un’attrice che riceve costantemente recensioni negative da un critico interpretato da Simon Russell Beale. “Lo amo perché è ambientato nel mondo del teatro, che è qualcosa che manca a tutti,” dice Arterton, che ha vinto un Evening Standard theatre award nel 2015 per Made in Dagenham.

L’attrice ha sposato l’attore irlandese Rory Keenan lo scorso anno e hanno goduto dell’intimità che il 2020 ha rinforzato. Quindi niente di vero in Safer at Home, il corto di BBC Four dello scorso maggio, dove Keenan interpreta il marito manesco della Arterton.

“L’abbiamo girato nel nostro appartamento ed è stato divertente perché dovevamo fare queste scene serie, ma quando spegnevamo la telecamera ci prendevamo in giro ridendo. Questo è quello che siamo.”

Gemma Arterton con suo marito Rory Keenan

Durante il secondo lockdown, Keenan ha diretto sua moglie in una commedia nera chiamata Bump che parla di un giorno della vita di una sgradevole donna incinta “che non le importa un c**** della gentilezza”.

Non sembra una cosa che approverebbe la sua Sorella Clodagh. Dall’altra parte, nel profondo, chi lo sa?

Black Narcissus verrà trasmesso da Domenica 27 Dicembre su BBC One alle 9pm

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26 Dicembre 2020 0 comment
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Recensioni

Safer at Home, la violenza domestica durante il lockdown

by Gian 15 Dicembre 2020

Durante il primo lockdown la BBC ebbe la brillante idea di produrre degli spettacoli originali casalinghi interpretati da artisti britannici. Tutte le sfaccettature del lockdown, senza tanti giri. Il nome della serie? Unprecedented: Real Time Theatre from a State of Isolation. Gemma Arterton è protagonista in uno di questi.

Ellie è una giovane donna incinta che sta facendo il lockdown con Mike, suo marito che la controlla in ogni spostamento. L’unica con cui parla su Skype è la sua suocera Betsy, che cercherà di aiutarla quando le cose prenderanno una brutta piega.

Safer at Home, secondo spettacolo della seconda puntata, è un titolo decisamente amaro. Un primo piano di vuota disperazione fa da prologo di questo eccellente racconto costruito in maniera magistrale. Un crescendo di tensione, il desiderio di aiutare questa povera donna che non può scappare da un marito violento.

Solo in Italia, da marzo a giugno 2020, il numero di richieste di aiuto per sé o per altri, arrivate al numero verde 1522 per la violenza e lo stalking sono raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2019 (+119%).

Gemma Arterton, Geraldine James e Rory Keenan

Quindi non è importante solo parlare di questo problema, ma come parlarne senza cadere nel patetico. Col fatto che si hanno a disposizione nemmeno dieci minuti il tutto è estremamente concentrato e ben presentato e sviluppato. La calma – apparente – dura poco e si cade subito in un profondo buco nero. La protagonista nelle poche situazioni in cui è sola va in primo piano, sembra quasi cercare aiuto oltre lo schermo come se fosse a una finestra. Costruire tutto questo solo con le schermate di Skype non è per niente facile.

Teso e claustrofobico, Safer at Home è un esempio di come fare grande cinema con pochi mezzi, ma tante idee – e talento.

Perché questa non è semplice televisione, ma Cinema con la C maiuscola. Un mockumentary atipico più spaventoso di horror. Eccellente la sceneggiatura di Anna Maloney e notevole la regia di Brian Hill con un sapiente crescendo che sfocia nell’orrore. Tutto questo è di una potenza inaudita, lo spettatore viene preso alla gola e a fine visione rimane con una grande ansia e preoccupazione, come se si trattasse di un’amica preziosa. Safer at Home è un racconto necessario che deve essere mostrato ovunque per sensibilizzare sulla situazione.

Il primo piano di Gemma Arterton all’inizio di Safer at Home

Meravigliosamente intensa Gemma Arterton che divide per la prima volta lo schermo, dopo il palcoscenico, con suo marito Rory Keenan. Inutile dire che hanno una bellissima chimica e alchimia, anche se la storia che raccontano è tutto tranne rose e fiori. L’attrice inglese riesce a entrare nel cuore di chi guarda già solo con uno sguardo. Pazzesca interpretazione che non si dimentica, non le servono molte parole per capire come stia veramente. Chiude questo eccellente trio di interpreti Geraldine James, vista precedentemente in Alice in Wonderland e negli Sherlock Holmes di Guy Ritchie.

Un peccato che Unprecedented in Italia sia passato inosservato. Questi racconti vanno oltre la cultura inglese visto che parlano di problemi mondiali, che spesso rimangono silenti come le donne che subiscono violenza domestica.

Solo applausi per Safer at Home, eccellente pezzo di televisione che entra nel cuore e colpisce con estrema verità e grande gusto.

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15 Dicembre 2020 0 comment
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Interviste

Gemma ha quasi smesso di recitare dopo questo film ‘terribile’

by Gian 7 Dicembre 2020

Traduzione dell’articolo presente su Red Magazine di Gennaio 2021

Attrice. Produttrice. Attivista. Cambia-mondo. Visto che Gemma Arterton ritorna al piccolo schermo in Black Narcissus della BBC One, Nathalie Whittle incontra la ragazza di Gravesend diventata star di Hollywood che ha aiutato ad alzare la barra per le attrici ovunque.

Quando Gemma iniziò a fare audizioni per ruoli, appena aveva concluso i suoi studi alla Royal Academy of Dramatic Arts, le dissero che ‘non era brava abbastanza’. Che il suo corpo ‘non era della forma giusta’. Poi che aveva bisogno di ‘lavorare sull’accento’, ‘altrimenti interpreterai solo domestiche’. Allora, lei ascoltò, prese appunti. Le cose sono differenti ora, lei spiega, mentre mi si siede vicino, vestita con una confortevole maglia e jeans, nella reception nella casa a Battersea dove la stiamo fotografando. ‘Ora penso che risponderei tipo, “Oh v********o. Prendi qualcun’altra allora!”‘ lei dice, la schiettezza delle sue parole viene ammorbidita, e accompagnata, da una risata spensierata.

Oggi, Arterton è perfettamente equilibrata, tranquillamente a suo agio. Le molte storie che racconta della sua vita e della sua carriera sono intervallate da insegnamenti – ‘Non lasciare che la gente ti faccia stare male o che ti prenda in giro’ – che ti farebbero credere che lei stia più avanti dei suoi 34 anni. E lei ancora appare incantevolmente inconsapevole della magnitudine della sua fama. ‘Gravesend è l’unico posto in cui sono veramente famosa’, dice al team di Red Magazine con massima sicurezza, lasciando solo il minimo accenno dell’ampio accento dell’est che ha acquisito durante la sua infanzia lì. Non possiamo fare altro che ridere in una palese incredulità.

Lei è, dopo tutto, una star di Hollywood che sta parlando. La donna che ha avuto il suo successo interpretando la Bond girl Strawberry Fields in Quantum of Solace del 2008 e che è andata a lasciare il suo marchio a Hollywood, facendo da protagonista in film da grande budget, compresi Scontro tra titani e Prince of Persia. La donna che ha usato la sua immagine per combattere ingiustizia, difendendo i movimenti del Me Too e Time’s Up e che è stata forza principale dietro la coorte di star di serie A che si sono vestite di nero in solidarietà ai BAFTA del 2018. Non scommetterei sul fatto che ci siano state molte persone al di fuori di Gravesend abbiano chiesto, ‘Gemma, chi?’.

Gemma fotografata da Chloe Mallett per Red Magazine

 

Meglio per noi, Arterton sta tornando sui nostri schermi nel remake della BBC One di Black Narcissus; naturalmente lei interpreta la protagonista, sorella Clodagh, una suora che lotta nel contenere i suoi desideri repressi mentre tira su un ramo del suo ordine sull’Himalaya. Lei lo chiama un ‘punto alto della carriera’, un ‘pezzo speciale, che non viene molto spesso’; l’ultima volta che ricorda di aver avuto questa sensazione in un progetto per la TV è stata nella serie Tess of the D’Urbervilles (ahem, dodici anni fa). ‘Clodagh è la capo gruppo, questa rigida malata del controllo,’ lei spiega. ‘Ma poi c’è questo altro suo lato che è completamente il suo opposto – spericolato, selvaggio, libero – e lei lotta sempre con questo. Ricordo che mentre leggevo la sceneggiatura pensavo, “Oh, mi identifico con questo,” perché ero una persona così spensierata quando ero più giovane, che è ancora presente in me, ma ora c’è questo mostro del controllo in me, che è molto responsabile, e mi preoccupo così tanto della conseguenza delle cose.’

Ho visto il primo episodio e, lo devo ammettere, ho trascorso la maggior parte del tempo trafitto dalla Arterton. L’oscillazione del suo personaggio dalla disciplina rigorosa e l’angoscia emozionante è così convincente, così commovente, forse proprio per la vicinanza che Arterton ha provato con il suo personaggio. Se lei non fosse ancora una star, non ho dubbi che questo ruolo ce la farà diventare.

Ma la verità è, essere una ‘star’ non è mai stata l’intenzione della Arterton, beh, perché la fama non è nella sua borsa. Lei ha spiegato che, quando era 21enne, fece grandissima notizia che la -allora-poco-conosciuta attrice fosse stata presa come Bond girl, lei era confusa dalla ‘pazzia’ che la circondava. ‘Io ero tipo, “Oh, che importa, è solo un altro ruolo,'” lei dice. ‘Poi il mio addetto stampa mi ha chiamata e mi ha detto, “Gemma, c’è qualcosa che mi devi dire? Qualche scheletro nell’armadio? Devi dirmelo perché lo scopriranno,” E io ricordo che pensai, “Oh mio Dio, ma a chi può fregare? Sono io, a chi importa?'” Ma quello fu anche un prezioso momento nella mia vita che mi ha fatto sentire custodita e grata. Non ho mai voluto richiamare attenzione.’

Il suo disinteresse in tutto quello, il suo desiderio di non vivere ‘la vita di Hollywood’, l’essere libera di camminare col suo cane nel quartiere di Battersea che lei ora chiama casa e prendere un caffè senza essere disturbata, ha avuto probabilmente dei lati negativi, lei riflette. ‘Penso che qualcosa mi abbia trattenuto, questa mancanza di ambizione che forse la gente percepisce in me,’ lei dice, ‘ma è solo che io non ambisco a diventare famosa. Io ambisco a fare bei lavori, di lavorare con brave persone e di avere una carriera. Ma attualmente sono una persona un po’ ansiosa e nervosa, quindi non sarebbe buono per me stare sotto i riflettori tutto il tempo.’

Gemma e sua sorella Hannah da piccole

 

La sua ambizione, spiega, è confermata dal desiderio di recitare sul palcoscenico. Lei e la sua sorella minore, Hannah, che è anche lei attrice, sono state allevate in una ‘disordinata, creativa’ casa nel quartiere delle case popolari di Gravesend dalla loro mamma ‘eccentrica, ragazza rock’ che lavorava come casalinga. Era piena di musica, arte, divertimento. Inizialmente, era la prospettiva di incontrare ragazzi ad averla attirata a una classe di teatro amatoriale, solo che la Arterton ha scoperto più dei ragazzi lì, ha trovato la sua cosa. E quando, a 16 anni, un insegnante le ha suggerito di lasciare la scuola prima della maturità per frequentare un college locale che insegnava anche arti creative, lei ha fatto esattamente questo.

‘Fu una cosa un po’ controversa perché stavo ricevendo voti veramente buoni,’ lei spiega. ‘Ma mia madre fu veramente di sostegno. Lei è stata sempre dell’idea che dovresti fare ciò che ti rende felice, anche se non è un lavoro assicurato.’ Senza avere ‘agganci’ nell’industria, Arterton ha descritto che fare audizioni per le scuole di arti drammatiche, due anni dopo, fu ‘uno dei momenti più felici della mia vita’ perché ‘non mi aspettavo di andare da nessuna parte. Pensavo solo a gustarmi il momento.’ Ma alla fine c’è riuscita, alla RADA, una delle più prestigiose scuole di arti drammatiche dello Stato, niente di meno. La scomparsa Diana Rigg, che ha recitato con la Arterton in Black Narcissus (uno degli ultimi ruoli), Dame Joan Collins e Ralph Fiennes sono stati tutti alunni.

‘Mi preoccupo così tanto della conseguenza delle cose’

E’ stato lì che Arterton si è scontrata con le regole dell’industria; i suoi vincoli, se così si può dire. E’ stata esortata dai suoi tutor di perdere il suo forte accento del Kent. ‘Era la norma a quel tempo, che il tuo accento dovesse essere PR (pronuncia ricevuta),’ lei riflette. ‘Ma io ricordo di sentirmi un po’ come se non fossi abbastanza. C’erano un sacco di studenti da Oxbridge e io ero andata lì senza sapere molto sui libri, su Shakespeare e su tutte quelle cose.

Quindi quando qualcuno ti dice che devi cambiare e ci sono altre persone del tuo anno che parlano e leggono bene, ti fa sentire come se non fossi brava abbastanza.’ Inevitabilmente, la fiducia della Arterton è svanita. Dopo il diploma, si descrive come ‘grata’ a ogni ruolo che le veniva offerto. ‘Penso sia stato dovuto al fatto di far parte della classe operaia,’ lei riflette. ‘Ero sempre, “Grazie mille per il lavoro,” piuttosto che, “Attualmente, non andrò a fare quel lavoro. Aspetterò fino a quando non arriverà quello veramente buono.”‘

Gemma fotografata da Chloe Mallett per Red Magazine

 

Ci sono quindi ruoli che si pente di aver fatto, mi domando? La mia domanda viene accolta da un lamento. ‘C’è stato questo film terribile che ho fatto chiamato Runner Runner,’ lei ammette, visibilmente imbarazzata al suo pensiero. Justin Timberlake era protagonista con Arterton, la quale interpretava la donna braccio destro di un magnate del gioco d’azzardo (Ben Affleck). ‘A essere onesta, volevo solo smettere di recitare dopo questo,’ lei dice. ‘Non avrei dovuto farlo in primo luogo. La sceneggiatura non era buona; L’ho fatto perché era questo grande film americano e tutti mi dicevano che era una bella idea. E’ stato tutto quello che non mi piace quando sono sul set di un film e c’era tutta questa ostilità e tensione. E ora mi dà pena a sapere che cose così sono là fuori.’

Arterton era così delusa dalla sua parte che decise che era ora di prendere una nuova direzione, una di quelle che l’avrebbero aiutata a riprendere il controllo della sua carriera. Non avendo mai lavorato con una regista donna e frustrata dalla mancanza di donne sul set dei film, lei ha lanciato la sua compagnia di produzione capitanata da donne, Rebel Park Productions. ‘Mi ricorderò sempre la sensazione nei primi anni di carriera di sentirmi in minorità,’ lei spiega. ‘Ero spesso l’unica donna sul set e pensavo solo, “Bene, questo è una m**** perché non è la vita che vivo.” E avevo un po’ questo sminuire in modo paternalistico, durante gli anni, la maggior parte da attori uomini, che dovrebbe dire, “Un consiglio” e, “Prendi da me.”‘

Mentre le cose sono andate senza dubbio avanti da quel tempo, Arterton dice, ci sono frustrazioni che vengono quando sei a capo di un’azienda che aspira a creare più opportunità per le donne. ‘E’ più difficile per le registe donne di avere persone che abbiano fiducia in loro’ lei dice. ‘C’è un film che sto producendo e la regista è brillante; lei è stata candidata agli Oscar. E ancora i finanziatori hanno dubbi su di lei. E io penso, se fosse stata un uomo e avesse fatto il suo primo film, loro l’avrebbero assunto immediatamente. Ma loro hanno un problema con le donne!’.

Il desiderio di Arterton per il cambio con l’industria è qualcosa che ha affrontato anche col lavoro che ha creato. Ispirata dal movimento Time’s Up, nel 2018, la sua compagnia ha prodotto il corto Leading Lady Parts, che vede attrici, incluse Gemma Chan, Florence Pugh e Emilia Clarke che fanno audizione per un ruolo, con un trio di casting director fuori di testa che continuano a fare ridicole richieste a loro – di perdere peso, mettere più trucco e ‘essere più bianca’. ‘E’ stato brillante perché questo ha promosso questo delizioso legame tra tutte noi, come se ognuna guardasse le spalle all’altra ora,’ dice Arterton. ‘Uno dei problemi in questa industria è che spesso le donne non si supportano l’una con l’altra perché è come se si sentissero minacciate dal fatto che qualcun’altra possa rubare il proprio lavoro. Ma la cosa più grande su fare quel film è stato il supporto vero che ognuna ha dato all’altra.’

Ecco perché, lei dice appassionatamente, che lei ha bisogno di fare più film con le donne. ‘Ci sono tante attrici con cui non ho mai lavorato ma che avrei voluto – solo perché di solito c’è solo una parte da donna nel film. Non ho mai lavorato con Felicity Jones, per esempio, ma dovremmo interpretare sorelle o migliori amiche! Perché non sta accadendo?’

‘C’è un grande malinteso sul fatto che sia una persona sicura di sé’

Gemma Arterton ai BAFTA nel 2018

L’entusiasmo della Arterton è straordinariamente contagioso. Così contagioso, infatti, che inizio a credere che convincere una carica di attori a vestirsi di nero ai BAFTA, in solidarietà a Time’s Up, sia stata una passeggiata al parco per lei. Quasi l’opposto, lei dice: ‘C’è un grande malinteso sul fatto che sia una persona sicura di sé, perché non è vero,’ lei ammette. ‘Ricordo che avevo le palpitazioni perché dovevo inviare questa mail e convincere tutti a farlo due giorni prima dell’evento. E sapevo che avrei dovuto chiamare queste persone e qualcuno di loro avrebbero fatto un tentativo dicendomi, “Ma io ho già il mio vestito.” Suona molto banale adesso, ma ero molto ansiosa su questo.’

Lei spiega che in momenti come questi, deve dire una parola a sé stessa. ‘Quando stai attraversando qualcosa che ti mette molto alla prova, puoi sia crollare o puoi fare, “Okay, bene. Risolvi,” ed è questo quello che ho fatto.’ E ne è valsa la pena? ‘Assolutamente,’ lei sorride. ‘Ricordo che giravo intorno a tutta la Royal Albert Hall e quasi tutti indossavano nero – mi sono sentita forte.’

Poi si è discusso su come l’industria sia cambiata dal Me Too e Time’s Up – ‘Io penso che dovresti essere abbastanza lontano dalla strada se ora vai sul set e fai la mossa sbagliata,’ lei dice. Chiedo alla Arterton se lei si fosse mai trovata in una posizione scomoda a Hollywood. Lei sospira: ‘Sì, ho avuto brutte esperienze. Niente di troppo esplicito o difficile da gestire, ma cose che non tollererei ora.’ Fortunatamente, lei dice, ora c’è un mondo differente rispetto a quando ha iniziato.

Se l’industria ha subito qualche grande cambiamento da quando è entrata la Arterton, è giusto dire che così è stato anche per la sua vita personale. Nel 2010, due anni dopo aver interpretato il suo ruolo in Bond, Arterton ha sposato il suo uomo d’affari italiano Stefano Catelli, ma dopo due anni, la coppia si è separata e poi divorziata. ‘E’ stato un periodo meraviglioso e non ho niente di cattivo da dire a riguardo,’ lei disse a quel tempo insieme al desiderio di non sposarsi ancora. E’ stato così fino a quando non ha conosciuto l’attore Rory Keenan.

‘Non stavo pensando a relazione o matrimonio,’ lei dice. ‘Nonostante tutti mi dicevano, “Oh, sarai come Elizabeth Taylor; ti sposerai otto volte.” Ma quando ho incontrato Rory, molto presto ho pensato, “Oh, spero mi chiederà di sposarlo un giorno!”‘ La coppia si è sposata lo scorso anno e nonostante Arterton sia stata precedentemente molto riservata sulle sue relazioni, lei ha un enorme sorriso sul suo viso quando condivide il perché lui le abbia fatto cambiare idea. ‘Lui ha l’anima più bella,’ lei dice. ‘E penso che sia stato cresciuto da genitori meravigliosi e ha una famiglia incredibile. E’ un uomo veramente buono. Penso che più ti invecchi, questo è quello di cui hai bisogno, questo è quello che vuoi. Voglio solo stare con una brava persona che mi faccia stare bene.’

Gemma con suo marito Rory Keenan

 

La loro relazione, dice, non ha nessuno dei drammi che avevano i suoi primi. ‘Quando ero più giovane, mia madre mi diceva, “Oh, tu vuoi sempre il dramma, ma non si tratta di questo.” E io ero tipo, “Se non è drammatico, non è romanticismo!” Probabilmente perché avevo ascoltato troppa musica e letto tutti quei poemi che ne riguardavano. Ma poi attraversi tutte queste pazze storie quando sei giovane dove tu pensi, “Oh mio Dio, ci siamo lasciati da cinque minuti, non posso affrontarlo,” e poi ti invecchi e ti rendi conto che non vuoi più tutto questo. Vuoi qualcosa di semplice e adorabile, qualcosa di più vero e più solido.’

Quindi ci saranno bambini poi? ‘Posso vedere bambini nel mio futuro,’ lei sorride. ‘Ma spesso, io penso al mondo in cui viviamo e non so se me la sento di mettere al mondo un bambino proprio in questo momento, sai?’ Non posso aiutare, ma ammiro la sua onestà.

In ogni caso, per adesso, Arterton è impegnata in altre cose. Lei parla entusiasta sul film che suo marito ha scritto per lei come protagonista e i loro piani di produrre insieme. Sta anche producendo una commedia, ed ecco un altro blockbuster di Hollywood, The King’s Man, che sta per uscire. E’ chiaro che, nonostante i vincoli, gli schienali e le barriere con cui si è scontrata, semplicemente non fermano Gemma Arterton. In questi giorni, ho imparato, lei sta facendo cose secondo i suoi termini, alla sua maniera.

Gemma sulla copertina di Red Magazine, Gennaio 2021

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News

Meeting Gemma: Saint Joan (English Version)

by Gian 30 Gennaio 2017
English translation of the article written on 27 January 2017

As previously written on the facebook page of the page, last Friday I saw “Saint Joan” at the Donmar Warehouse and then met Gemma Arterton at the end of the show, the third time after 2014 with “Made in Dagenham – The musical” and 2016 with “Nell Gwynn”.

THE SHOW


Let’s start talking about the show, one of the most powerful and beautiful I’ve ever seen. Certainly not for all palates, but Josie Rourke’s direction is nothing short of magnificent. A table that is set according to the scene positioned on a swivel that practically always moves at different speeds, which often serves to increase the pathos even more.
The rest is done by beautiful projections and a fantastic lighting direction. This match and fight of the classic against the modern works wonderfully. The protagonist is the only one to be dressed in classic clothes, but she changes as the story progresses. Truly interesting and brilliant show with an impeccable work on the dried pièce of about an hour and a half (Shaw’s original pièce is about four hours).

Gemma is on stage when the audience comes in

The cast is great and solid: Fisayo Akinade perfectly characterizes the Dolphin, impeccables Matt Burdock, Niall Buggy, Simon Holland Roberts is physically perfect in their role. Excellent both Elliot Levey and Rory Keenan without forgetting Syrus Lowe in his double role characterized in a different way both with the body and with the voice. Great Richard Cant (especially in the finale) and West End star Hadley Fraser as Dunois.

Gemma Arterton gives her best performance! She shows every side of Joan of Arc, from an innocent girl to a warrior soiled by the war to an innocent woman wounded, tortured and alone. A notoriously difficult role that she faces and lives in a masterly way, to say the least. Let’s say it: you only face this show if you are a great actress, otherwise you lose all the credibility you sweat over the years. Gemma has been called the Helen Mirren of her generation and we can’t be wrong. The last twenty minutes reaches astounding peaks of intensity. Heartbreaking!

Me with Gemma Arterton on 27 January 2017

THE MEETING

Since the first time I went to see Gemma, I always sent her a bouquet of flowers in the dressing room like break a leg before the show. In 2014 we took a picture and we hadn’t talked much, last year after “Nell Gwynn” I was surprised that she remembered me and that she approached me thanking me for the flowers without me having had the opportunity to say a half word (but then we have talked a bit). Last summer I sent her a wonderful artwork made for the occasion by Nicola Roversi as good luck for the production of “Saint Joan” and even there she remembered me perfectly, but Friday’s meeting exceeded the my expectations!

Just five minutes after the show ends I see Gemma walking out of the theater next to Fisayo Akinade, her partner also in The Girl with all the Gifts. She squeezes one hand to the left, a few more to the right and as soon as she comes out a fan asks her for an autograph. She kindly answers as usual “yes, sure, but …” (and here comes a BIG BUT) “… first I have to say hello to someone!”.

Teary embrace

She then approaches me still moved by the show and says in Italian “thanks for the flowers!”. At this point I can’t hold back the tears anymore and I hug her as she thanks me. I explain why I am in this state: “you know Gemma, I love Joan of Arc since I was a child and I found your performance really great because you don’t make her look crazy, but you always make her seem ..” She continues the concept: “Yes, clear with mind!”. I keep saying that I think this is one of the most difficult sides of the character and she still agrees with me. I conclude by saying that she could brings people to believe in God as long as the character lives.

After this first parenthesis I gave her a necklace made by my mother as an early birthday present. Very much in her style and she thoroughly enjoyed hugging me again. Lastly, I pulled out my blu-ray copy of The Girl with all the Gifts and had it autographed, telling her I loved it, and that I’ve read the book in the past saying that I’ve found her a perfect Justineau. During the autograph he started joking with my three friends present with me who made fun of being my assistants in these exciting moment (thanks Raffaella, Roberta and Leonardo!). She, very happy that I loved the film, hugs me again and says “thanks for the support”. Got it? Thanks for support! The most beautiful sentence I could receive after all these years of Gemma Arterton Italia! I am not an intrusive fan, but I respect her privacy, her work and her choices: maybe I understand her since we are, even if it makes me strange to say it, colleagues (I’m on opera singer but I also work as actor and pianist).

Giving the gift

Last Friday she related with me as if we were old friends: affectionate, available, sincere, humble as usual. I am happy to support Gemma Arterton, a huge example of great talent who lives with such humility. I can say that I know my favorite actress and that she remembers me very well. This time I also shared my thoughts on her performance with her and we talked a lot after she treated me in a ‘privileged’ way (the fact that she gave me priority over the other person waiting) without me I asked her for anything. What more can I want?

This is how I close this story of “Saint Joan” that I share with all of you followers of Gemma Arterton Italia!

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News

Meeting Gemma: Saint Joan

by Gian 30 Gennaio 2017

Come scritto precedentemente nella pagina facebook della pagina, lo scorso Venerdì ho visto “Saint Joan” alla Donmar Warehouse per poi incontrare Gemma Arterton a fine spettacolo, la terza volta dopo il 2014 con “Made in Dagenham – The musical” e il 2016 con “Nell Gwynn”.

LO SPETTACOLO

Cominciamo a parlare dello spettacolo, uno dei più potenti e belli che io abbia mai visto. Sicuramente non per tutti i palati, ma la direzione di Josie Rourke è a dir poco magnifica. Un tavolo che viene imbandito in base alla scena posizionato sopra un girevole che si muove praticamente sempre a diverse velocità, che spesso serve a far aumentare ancora di più il pathos.
Il resto viene fatto da bellissime proiezioni e una fantastica regia luci. L’incontro e scontro del classico contro il moderno funziona meravigliosamente. La protagonista è l’unica a essere vestita con abiti classici, ma cambia nell’avanzare della storia. Veramente interessante e geniale come allestimento con un’impeccabile lavoro sul testo asciugato di circa un’ora e mezza (il testo originale di Shaw dura sulle quattro ore). 

Gemma è già in scena quando il pubblico entra (mia foto dalla seconda fila)

 

Il cast è solido come pochi: Fisayo Akinade caratterizza perfettamente il Delfino, impeccabili Matt Burdock, Niall Buggy, Simon Holland Roberts fisicamente perfetti nel loro ruolo. Eccellente sia Elliot Levey che Rory Keenan senza dimenticare Syrus Lowe nel suo doppio ruolo caratterizzati in modo diverso sia con il corpo che con la voce. Emozionanti Richard Cant (specialmente nel finale) e la celebre star del West End Hadley Fraser nei panni di Dunois.

Gemma Arterton regala la sua migliore performance! Lei rappresenta ogni sfaccettatura della Giovanna D’Arco, da ragazza innocente a guerriera sporcata dalla guerra per arrivare a donna innocente ferita, torturata e sola. Un ruolo notoriamente difficilissimo che lei affronta e vive in maniera a dir poco magistrale. Parliamoci chiaro: questo spettacolo lo affronti solo se sei una grande attrice, altrimenti ci rimetti tutta la credibilità sudata negli anni. Gemma è stata definita la Helen Mirren della sua generazione e non possiamo non dare torto. Gli ultimi venti minuti raggiunge picchi di intensità sbalorditivi. Straziante!

Vi consiglio, quindi, di recuperare lo spettacolo che è in scena fino al 18 Febbraio. Per chi non potrà andare tranquilli che verrà proiettato nei cinema di tutto il Mondo il 16 Febbraio per il National Theatre Live. Vi terrò informati per eventuali proiezioni italiane.

Io il 27 Gennaio 2017 con Gemma Arterton

 

L’INCONTRO


Sin dalla prima volta che sono andato a vedere Gemma le ho fatto arrivare un mazzo di fiori in camerino sempre come un in bocca al lupo prima dello spettacolo. Nel 2014 ci siamo fatti una foto e non avevamo parlato molto, l’anno scorso dopo “Nell Gwynn” mi aveva sorpreso che lei si ricordasse di me e che mi si fosse avvicinata ringraziandomi dei fiori senza che io avessi avuto modo di dire mezza parola (per poi parlare un po’). L’estate scorsa le ho fatto arrivare un meraviglioso artwork fatto per l’occasione da Nicola Roversi come in bocca al lupo per la produzione di “Saint Joan” e anche lì si ricordava perfettamente di me, ma l’incontro di Venerdì ha superato le mie aspettative!

Dopo appena cinque minuti dalla fine dello spettacolo vedo Gemma uscire dal teatro vicino a Fisayo Akinade, suo partner anche in “La ragazza che sapeva troppo” (The Girl with all the Gifts). Stringe una mano a sinistra, qualche altra a destra e appena uscita un suo fan le chiede un autografo. Lei gentilmente come suo solito risponde “sì, certo, ma…” (e qui arriva un GRANDE MA) “… prima devo salutare una persona!”. 

Abbraccio con lacrime

 

Si avvicina, quindi, a me ancora commosso dallo spettacolo e mi dice in italiano “grazie dei fiori!”. In questo punto non riesco più a trattenere le lacrime e la abbraccio mentre lei mi ringrazia. Le spiego il perché sono in questo stato: “sai Gemma, io ho amato Giovanna D’Arco sin da quando ero bambino e ho trovato la tua performance veramente grande perché non la fai sembrare una pazza, ma tu la fai sembrare sempre..” Lei mi continua il concetto: “Sì, lucida!”. Continuo dicendo che penso sia questo uno dei lati più difficili del personaggio e lei si trova ancora d’accordo con me. Concludo dicendo che potrebbe far arrivare le persone a credere in Dio per quanto vive il personaggio.

Dopo questa prima parentesi le ho dato una collana che ho fatto fare a mia madre come regalo anticipato di compleanno. Molto nel suo stile e ha apprezzato moltissimo abbracciandomi di nuovo. Come ultima cosa ho tirato fuori la mia copia del blu-ray di “La ragazza che sapeva troppo” (The Girl with all the Gifts) e me l’ho fatto autografare dicendole di averlo adorato, di aver letto il libro in passato e di averla trovata una perfetta Justineau. Durante l’autografo ha iniziato a scherzare con i miei tre amici presenti con me che ironizzavano sul fatto di essere miei assistenti in questi momenti emozionanti (grazie Raffaella, Roberta e Leonardo!). Lei, contentissima che ho amato il film, mi abbraccia ancora e mi dice “grazie del supporto”. Capito? Grazie del supporto! La frase più bella che potevo ricevere dopo quasi quattro anni di Gemma Arterton Italia! Non sono un fan invadente, ma rispetto la sua privacy, il suo lavoro e le sue scelte: vuoi che la comprendo visto che siamo, anche se mi fa strano dirlo, colleghi. 

La consegna del regalo

Venerdì scorso si è rapportata con me come se fossimo amici di vecchia data: affettuosa, disponibile, sincera, umile come suo solito. Sono sempre più contento di supportare Gemma Arterton, enorme esempio di grande talento che convive con tanta umiltà. Posso dire sempre di più di conoscere la mia attrice preferita e che lei si ricorda benissimo di me. Questa volta ho condiviso anche i miei pensieri sulla sua performance con lei e abbiamo parlato un sacco dopo che mi ha trattato in modo ‘privilegiato’ (il fatto di aver dato la precedenza a me nei confronti dell’altra persona ad aspettare) senza che io le avessi chiesto niente. Cosa posso desiderare di più?

Chiudo, così, questo racconto di “Saint Joan” che condivido con tutti voi followers di Gemma Arterton Italia!

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Gemma Arterton Italia

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    Gemma Arterton Italia was born in May 2013 on Facebook and over the years has also landed not only here, but on instagram and Twitter.

    Reference page for fans from all over the world, the founder and administrator Gian has met Gemma Arterton three times over the years also talking to her about this.

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