Traduzione dell’articolo presente su Red Magazine di Gennaio 2021
Attrice. Produttrice. Attivista. Cambia-mondo. Visto che Gemma Arterton ritorna al piccolo schermo in Black Narcissus della BBC One, Nathalie Whittle incontra la ragazza di Gravesend diventata star di Hollywood che ha aiutato ad alzare la barra per le attrici ovunque.
Quando Gemma iniziò a fare audizioni per ruoli, appena aveva concluso i suoi studi alla Royal Academy of Dramatic Arts, le dissero che ‘non era brava abbastanza’. Che il suo corpo ‘non era della forma giusta’. Poi che aveva bisogno di ‘lavorare sull’accento’, ‘altrimenti interpreterai solo domestiche’. Allora, lei ascoltò, prese appunti. Le cose sono differenti ora, lei spiega, mentre mi si siede vicino, vestita con una confortevole maglia e jeans, nella reception nella casa a Battersea dove la stiamo fotografando. ‘Ora penso che risponderei tipo, “Oh v********o. Prendi qualcun’altra allora!”‘ lei dice, la schiettezza delle sue parole viene ammorbidita, e accompagnata, da una risata spensierata.
Oggi, Arterton è perfettamente equilibrata, tranquillamente a suo agio. Le molte storie che racconta della sua vita e della sua carriera sono intervallate da insegnamenti – ‘Non lasciare che la gente ti faccia stare male o che ti prenda in giro’ – che ti farebbero credere che lei stia più avanti dei suoi 34 anni. E lei ancora appare incantevolmente inconsapevole della magnitudine della sua fama. ‘Gravesend è l’unico posto in cui sono veramente famosa’, dice al team di Red Magazine con massima sicurezza, lasciando solo il minimo accenno dell’ampio accento dell’est che ha acquisito durante la sua infanzia lì. Non possiamo fare altro che ridere in una palese incredulità.
Lei è, dopo tutto, una star di Hollywood che sta parlando. La donna che ha avuto il suo successo interpretando la Bond girl Strawberry Fields in Quantum of Solace del 2008 e che è andata a lasciare il suo marchio a Hollywood, facendo da protagonista in film da grande budget, compresi Scontro tra titani e Prince of Persia. La donna che ha usato la sua immagine per combattere ingiustizia, difendendo i movimenti del Me Too e Time’s Up e che è stata forza principale dietro la coorte di star di serie A che si sono vestite di nero in solidarietà ai BAFTA del 2018. Non scommetterei sul fatto che ci siano state molte persone al di fuori di Gravesend abbiano chiesto, ‘Gemma, chi?’.
Meglio per noi, Arterton sta tornando sui nostri schermi nel remake della BBC One di Black Narcissus; naturalmente lei interpreta la protagonista, sorella Clodagh, una suora che lotta nel contenere i suoi desideri repressi mentre tira su un ramo del suo ordine sull’Himalaya. Lei lo chiama un ‘punto alto della carriera’, un ‘pezzo speciale, che non viene molto spesso’; l’ultima volta che ricorda di aver avuto questa sensazione in un progetto per la TV è stata nella serie Tess of the D’Urbervilles (ahem, dodici anni fa). ‘Clodagh è la capo gruppo, questa rigida malata del controllo,’ lei spiega. ‘Ma poi c’è questo altro suo lato che è completamente il suo opposto – spericolato, selvaggio, libero – e lei lotta sempre con questo. Ricordo che mentre leggevo la sceneggiatura pensavo, “Oh, mi identifico con questo,” perché ero una persona così spensierata quando ero più giovane, che è ancora presente in me, ma ora c’è questo mostro del controllo in me, che è molto responsabile, e mi preoccupo così tanto della conseguenza delle cose.’
Ho visto il primo episodio e, lo devo ammettere, ho trascorso la maggior parte del tempo trafitto dalla Arterton. L’oscillazione del suo personaggio dalla disciplina rigorosa e l’angoscia emozionante è così convincente, così commovente, forse proprio per la vicinanza che Arterton ha provato con il suo personaggio. Se lei non fosse ancora una star, non ho dubbi che questo ruolo ce la farà diventare.
Ma la verità è, essere una ‘star’ non è mai stata l’intenzione della Arterton, beh, perché la fama non è nella sua borsa. Lei ha spiegato che, quando era 21enne, fece grandissima notizia che la -allora-poco-conosciuta attrice fosse stata presa come Bond girl, lei era confusa dalla ‘pazzia’ che la circondava. ‘Io ero tipo, “Oh, che importa, è solo un altro ruolo,'” lei dice. ‘Poi il mio addetto stampa mi ha chiamata e mi ha detto, “Gemma, c’è qualcosa che mi devi dire? Qualche scheletro nell’armadio? Devi dirmelo perché lo scopriranno,” E io ricordo che pensai, “Oh mio Dio, ma a chi può fregare? Sono io, a chi importa?'” Ma quello fu anche un prezioso momento nella mia vita che mi ha fatto sentire custodita e grata. Non ho mai voluto richiamare attenzione.’
Il suo disinteresse in tutto quello, il suo desiderio di non vivere ‘la vita di Hollywood’, l’essere libera di camminare col suo cane nel quartiere di Battersea che lei ora chiama casa e prendere un caffè senza essere disturbata, ha avuto probabilmente dei lati negativi, lei riflette. ‘Penso che qualcosa mi abbia trattenuto, questa mancanza di ambizione che forse la gente percepisce in me,’ lei dice, ‘ma è solo che io non ambisco a diventare famosa. Io ambisco a fare bei lavori, di lavorare con brave persone e di avere una carriera. Ma attualmente sono una persona un po’ ansiosa e nervosa, quindi non sarebbe buono per me stare sotto i riflettori tutto il tempo.’
La sua ambizione, spiega, è confermata dal desiderio di recitare sul palcoscenico. Lei e la sua sorella minore, Hannah, che è anche lei attrice, sono state allevate in una ‘disordinata, creativa’ casa nel quartiere delle case popolari di Gravesend dalla loro mamma ‘eccentrica, ragazza rock’ che lavorava come casalinga. Era piena di musica, arte, divertimento. Inizialmente, era la prospettiva di incontrare ragazzi ad averla attirata a una classe di teatro amatoriale, solo che la Arterton ha scoperto più dei ragazzi lì, ha trovato la sua cosa. E quando, a 16 anni, un insegnante le ha suggerito di lasciare la scuola prima della maturità per frequentare un college locale che insegnava anche arti creative, lei ha fatto esattamente questo.
‘Fu una cosa un po’ controversa perché stavo ricevendo voti veramente buoni,’ lei spiega. ‘Ma mia madre fu veramente di sostegno. Lei è stata sempre dell’idea che dovresti fare ciò che ti rende felice, anche se non è un lavoro assicurato.’ Senza avere ‘agganci’ nell’industria, Arterton ha descritto che fare audizioni per le scuole di arti drammatiche, due anni dopo, fu ‘uno dei momenti più felici della mia vita’ perché ‘non mi aspettavo di andare da nessuna parte. Pensavo solo a gustarmi il momento.’ Ma alla fine c’è riuscita, alla RADA, una delle più prestigiose scuole di arti drammatiche dello Stato, niente di meno. La scomparsa Diana Rigg, che ha recitato con la Arterton in Black Narcissus (uno degli ultimi ruoli), Dame Joan Collins e Ralph Fiennes sono stati tutti alunni.
‘Mi preoccupo così tanto della conseguenza delle cose’
E’ stato lì che Arterton si è scontrata con le regole dell’industria; i suoi vincoli, se così si può dire. E’ stata esortata dai suoi tutor di perdere il suo forte accento del Kent. ‘Era la norma a quel tempo, che il tuo accento dovesse essere PR (pronuncia ricevuta),’ lei riflette. ‘Ma io ricordo di sentirmi un po’ come se non fossi abbastanza. C’erano un sacco di studenti da Oxbridge e io ero andata lì senza sapere molto sui libri, su Shakespeare e su tutte quelle cose.
Quindi quando qualcuno ti dice che devi cambiare e ci sono altre persone del tuo anno che parlano e leggono bene, ti fa sentire come se non fossi brava abbastanza.’ Inevitabilmente, la fiducia della Arterton è svanita. Dopo il diploma, si descrive come ‘grata’ a ogni ruolo che le veniva offerto. ‘Penso sia stato dovuto al fatto di far parte della classe operaia,’ lei riflette. ‘Ero sempre, “Grazie mille per il lavoro,” piuttosto che, “Attualmente, non andrò a fare quel lavoro. Aspetterò fino a quando non arriverà quello veramente buono.”‘
Ci sono quindi ruoli che si pente di aver fatto, mi domando? La mia domanda viene accolta da un lamento. ‘C’è stato questo film terribile che ho fatto chiamato Runner Runner,’ lei ammette, visibilmente imbarazzata al suo pensiero. Justin Timberlake era protagonista con Arterton, la quale interpretava la donna braccio destro di un magnate del gioco d’azzardo (Ben Affleck). ‘A essere onesta, volevo solo smettere di recitare dopo questo,’ lei dice. ‘Non avrei dovuto farlo in primo luogo. La sceneggiatura non era buona; L’ho fatto perché era questo grande film americano e tutti mi dicevano che era una bella idea. E’ stato tutto quello che non mi piace quando sono sul set di un film e c’era tutta questa ostilità e tensione. E ora mi dà pena a sapere che cose così sono là fuori.’
Arterton era così delusa dalla sua parte che decise che era ora di prendere una nuova direzione, una di quelle che l’avrebbero aiutata a riprendere il controllo della sua carriera. Non avendo mai lavorato con una regista donna e frustrata dalla mancanza di donne sul set dei film, lei ha lanciato la sua compagnia di produzione capitanata da donne, Rebel Park Productions. ‘Mi ricorderò sempre la sensazione nei primi anni di carriera di sentirmi in minorità,’ lei spiega. ‘Ero spesso l’unica donna sul set e pensavo solo, “Bene, questo è una m**** perché non è la vita che vivo.” E avevo un po’ questo sminuire in modo paternalistico, durante gli anni, la maggior parte da attori uomini, che dovrebbe dire, “Un consiglio” e, “Prendi da me.”‘
Mentre le cose sono andate senza dubbio avanti da quel tempo, Arterton dice, ci sono frustrazioni che vengono quando sei a capo di un’azienda che aspira a creare più opportunità per le donne. ‘E’ più difficile per le registe donne di avere persone che abbiano fiducia in loro’ lei dice. ‘C’è un film che sto producendo e la regista è brillante; lei è stata candidata agli Oscar. E ancora i finanziatori hanno dubbi su di lei. E io penso, se fosse stata un uomo e avesse fatto il suo primo film, loro l’avrebbero assunto immediatamente. Ma loro hanno un problema con le donne!’.
Il desiderio di Arterton per il cambio con l’industria è qualcosa che ha affrontato anche col lavoro che ha creato. Ispirata dal movimento Time’s Up, nel 2018, la sua compagnia ha prodotto il corto Leading Lady Parts, che vede attrici, incluse Gemma Chan, Florence Pugh e Emilia Clarke che fanno audizione per un ruolo, con un trio di casting director fuori di testa che continuano a fare ridicole richieste a loro – di perdere peso, mettere più trucco e ‘essere più bianca’. ‘E’ stato brillante perché questo ha promosso questo delizioso legame tra tutte noi, come se ognuna guardasse le spalle all’altra ora,’ dice Arterton. ‘Uno dei problemi in questa industria è che spesso le donne non si supportano l’una con l’altra perché è come se si sentissero minacciate dal fatto che qualcun’altra possa rubare il proprio lavoro. Ma la cosa più grande su fare quel film è stato il supporto vero che ognuna ha dato all’altra.’
Ecco perché, lei dice appassionatamente, che lei ha bisogno di fare più film con le donne. ‘Ci sono tante attrici con cui non ho mai lavorato ma che avrei voluto – solo perché di solito c’è solo una parte da donna nel film. Non ho mai lavorato con Felicity Jones, per esempio, ma dovremmo interpretare sorelle o migliori amiche! Perché non sta accadendo?’
‘C’è un grande malinteso sul fatto che sia una persona sicura di sé’
L’entusiasmo della Arterton è straordinariamente contagioso. Così contagioso, infatti, che inizio a credere che convincere una carica di attori a vestirsi di nero ai BAFTA, in solidarietà a Time’s Up, sia stata una passeggiata al parco per lei. Quasi l’opposto, lei dice: ‘C’è un grande malinteso sul fatto che sia una persona sicura di sé, perché non è vero,’ lei ammette. ‘Ricordo che avevo le palpitazioni perché dovevo inviare questa mail e convincere tutti a farlo due giorni prima dell’evento. E sapevo che avrei dovuto chiamare queste persone e qualcuno di loro avrebbero fatto un tentativo dicendomi, “Ma io ho già il mio vestito.” Suona molto banale adesso, ma ero molto ansiosa su questo.’
Lei spiega che in momenti come questi, deve dire una parola a sé stessa. ‘Quando stai attraversando qualcosa che ti mette molto alla prova, puoi sia crollare o puoi fare, “Okay, bene. Risolvi,” ed è questo quello che ho fatto.’ E ne è valsa la pena? ‘Assolutamente,’ lei sorride. ‘Ricordo che giravo intorno a tutta la Royal Albert Hall e quasi tutti indossavano nero – mi sono sentita forte.’
Poi si è discusso su come l’industria sia cambiata dal Me Too e Time’s Up – ‘Io penso che dovresti essere abbastanza lontano dalla strada se ora vai sul set e fai la mossa sbagliata,’ lei dice. Chiedo alla Arterton se lei si fosse mai trovata in una posizione scomoda a Hollywood. Lei sospira: ‘Sì, ho avuto brutte esperienze. Niente di troppo esplicito o difficile da gestire, ma cose che non tollererei ora.’ Fortunatamente, lei dice, ora c’è un mondo differente rispetto a quando ha iniziato.
Se l’industria ha subito qualche grande cambiamento da quando è entrata la Arterton, è giusto dire che così è stato anche per la sua vita personale. Nel 2010, due anni dopo aver interpretato il suo ruolo in Bond, Arterton ha sposato il suo uomo d’affari italiano Stefano Catelli, ma dopo due anni, la coppia si è separata e poi divorziata. ‘E’ stato un periodo meraviglioso e non ho niente di cattivo da dire a riguardo,’ lei disse a quel tempo insieme al desiderio di non sposarsi ancora. E’ stato così fino a quando non ha conosciuto l’attore Rory Keenan.
‘Non stavo pensando a relazione o matrimonio,’ lei dice. ‘Nonostante tutti mi dicevano, “Oh, sarai come Elizabeth Taylor; ti sposerai otto volte.” Ma quando ho incontrato Rory, molto presto ho pensato, “Oh, spero mi chiederà di sposarlo un giorno!”‘ La coppia si è sposata lo scorso anno e nonostante Arterton sia stata precedentemente molto riservata sulle sue relazioni, lei ha un enorme sorriso sul suo viso quando condivide il perché lui le abbia fatto cambiare idea. ‘Lui ha l’anima più bella,’ lei dice. ‘E penso che sia stato cresciuto da genitori meravigliosi e ha una famiglia incredibile. E’ un uomo veramente buono. Penso che più ti invecchi, questo è quello di cui hai bisogno, questo è quello che vuoi. Voglio solo stare con una brava persona che mi faccia stare bene.’
La loro relazione, dice, non ha nessuno dei drammi che avevano i suoi primi. ‘Quando ero più giovane, mia madre mi diceva, “Oh, tu vuoi sempre il dramma, ma non si tratta di questo.” E io ero tipo, “Se non è drammatico, non è romanticismo!” Probabilmente perché avevo ascoltato troppa musica e letto tutti quei poemi che ne riguardavano. Ma poi attraversi tutte queste pazze storie quando sei giovane dove tu pensi, “Oh mio Dio, ci siamo lasciati da cinque minuti, non posso affrontarlo,” e poi ti invecchi e ti rendi conto che non vuoi più tutto questo. Vuoi qualcosa di semplice e adorabile, qualcosa di più vero e più solido.’
Quindi ci saranno bambini poi? ‘Posso vedere bambini nel mio futuro,’ lei sorride. ‘Ma spesso, io penso al mondo in cui viviamo e non so se me la sento di mettere al mondo un bambino proprio in questo momento, sai?’ Non posso aiutare, ma ammiro la sua onestà.
In ogni caso, per adesso, Arterton è impegnata in altre cose. Lei parla entusiasta sul film che suo marito ha scritto per lei come protagonista e i loro piani di produrre insieme. Sta anche producendo una commedia, ed ecco un altro blockbuster di Hollywood, The King’s Man, che sta per uscire. E’ chiaro che, nonostante i vincoli, gli schienali e le barriere con cui si è scontrata, semplicemente non fermano Gemma Arterton. In questi giorni, ho imparato, lei sta facendo cose secondo i suoi termini, alla sua maniera.