Marilyn Monroe fa fatica a dire una battuta sul set di “A qualcuno piace caldo” esasperando il regista Billy Wilder.
Prima puntata della seconda stagione di “Urban Myths”, serie inglese di Sky Arts su storie e miti riguardanti personaggi famosi, “Marilyn Monroe and Billy Wilder – It’s Me, Sugar” tratta un evento realmente esistito. E’ noto che Marilyn abbia avuto problemi a memorizzare alcune sue battute, facendo perdere la pazienza al grande Wilder. Impiegò veramente 47 ciak per dire It’s Me, Sugar!
E’ decisamente sfizioso andare dietro le quinte di film che hanno fatto la storia e questo episodio è un impeccabile concentrato di comicità.
Si ride in continuazione, ma non si fa passare Marilyn come fenomeno da baraccone. Un dettaglio da non trascurare visto che in queste produzioni comiche su personaggi realmente esistiti c’è sempre il rischio di mancare di rispetto e di scivolare nella parodia.
Anzi, qui traspaiono tutte le sue insicurezze, la paura di non essere all’altezza della situazione, il suo disagio, il suo rifugiarsi nell’alcol. Alla fine arriva il ritratto di una donna estremamente amata, ma terribilmente triste e sola.
Dai tempi comici pazzeschi, è impossibile non innamorarsi di questo episodio praticamente perfetto.
Si sfrutta al massimo ogni singolo secondo e intorno a questa battuta si presentano i vari legami di Marilyn partendo da suo marito Arthur Miller e continuando con la sua insegnante di recitazione Paula Strasberg – sua ancora di salvezza – senza dimenticare la sua relazione con Tony Curtis e la profonda stima per Jack Lemmon, che trovava l’uomo più divertente del mondo. Queste figure si alternano nel suo camerino tra studi sulla battuta, incitazioni e baci appassionati.
Eccezionale il cast capitanato da una Gemma Arterton radiosa nei panni di Marilyn. Divertita, ma estremamente rispettosa, eccelle nel mettere sempre un pizzico di malinconia anche nei momenti più comici. I suoi occhi spesso persi, pieni di disagio, che sente il peso di essere Diva e le aspettative che hanno gli altri. Ottimo il lavoro con la voce e col fisico, una performance esemplare che non va in secondo piano rispetto ad altri ritratti sull’attrice del passato. La Arterton dà prova di saper far molto ridere, il che è più difficile di saper emozionare.
Notevole la compagine attoriale che presenta James Purefoy come Billy Wilder, Dougray Scott come Arthur Miller, Alex Pettyfer come Tony Curtis e Adam Brody come Jack Lemmon. Tutti sono ottimi e sono riconoscibilissimi nei ruoli che interpretano!
Sean Foley, reduce dal suo debutto come regista nel divertentissimo Mindhorn, nasce come attore comico televisivo e sa come costruire, raccontare, sviluppare una storia lasciando anche il segno. Non è poco!
Un peccato che si parli poco di questa puntata perché è un diamante splendente come il film di cui presenta il backstage e come le persone che ci gravitarono intorno. Il pubblico, onorato e divertito, si trova sul set del film imparando un aneddoto storico e interessante, ma non sbeffeggiando la grande Marilyn Monroe.