Se tu chiedi a Gemma Arterton se si pente delle sue scelte fatte a inizio carriera, lei ti guarderà dritto negli occhi dicendoti che è complicato. L’anno in cui si è diplomata alla Rada lei è apparsa in RocknRolla di Guy Ritchie; in una commedia inglese con Mackenzie Crook; come protagonista in Tess of the D’Urbervilles; e come la Bond girl Strawberry Fields in Quantum of Solace. Da qui, lei è andata dritta ai blockbuster Prince of Persia: Le sabbie del tempo e Scontro tra titani. Nel suo primo giorno di lavoro in Quantum of Solace lei ha girato la sua scena della morte, giacendo nuda per due ore sul letto di Bond, ricoperta di olio nero. Sembra adesso che questa esperienza le abbia dato modo di pensare.
E’ un caldo pomeriggio a Soho e lei sta mixando un drink e lo gira nel modo rilassato di qualcuno che è tornato a casa per stare in vacanza con i suoi migliori amici; è abbronzata, lentigginosa, dalla risata facile. Nel weekend, per il party in ritardo dei suoi 30 anni, lei mi ha detto che si esibirà in “No Scrubs” delle TLC. Improvvisamente lei si mette a rappare. “See if you can’t spatially expand my horizon. Then that leaves you in the class with scrubs, never rising..” e poi le mie mani stanno battendo, perché questo è quello che succede alle tue mani quando una ragazza rappa spontaneamente.
Noi siamo alla Dean Street Townhouse – e il sole ha portato fuori celebrità come la pioggia fa con le lumache. Ogni tavolo è a due posti. Arterton sembra profondamente a suo agio con sé stessa, rendendo le sue storie riguardo la rabbia che ha soppresso – riguardo le sue “uscite di testa” dopo le brutte esperienze a lavoro, riguardo la decisione di non fare film del tutto – tutti i più avvincenti.
E’ successo lentamente. Una volta, lei ha ricordato, stava lavorando in un film dove, fatta eccezione della make-up artista, lei era l’unica donna sul set. “Tutti si comportavano così male, gente che veniva licenziata a sinistra, destra e al centro. Era tutto solo potere, potere, potere”. L’ha odiato. “Dopo quello, per un po’ io ero ‘Fanculo’ lavoro, perché ero arrabbiata con l’industria. Volevo fare questi film aggressivi per mostrare che fossi una badass e che potevo uccidere persone.”
Nel 2010 ha detto a GQ che voleva lavorare con registi “che mi rispettano, che non mi vedono come un pezzo di sedere”, una frase dove persone, incluso Simon Edge dell’Express, trovando il pretesto, invitando alla risposta un critico di serie A : “Parliamo chiaro, lei non sta entrando nella grande Hollywood per le sue doti attoriali. Per quanto possa interessare agli studio lei è di base una donna inglese sessualmente attraente un po’ a mercato”
“Così è arrivato un punto, circa quattro anni fa,” ha detto, “dove ho deciso che non potevo farne più”.
Cosa vuol dire essere un attore oggi? Essere una star? Il talento e l’abilità non sono abbastanza, né la bellezza, l’abilità di camminare con sicurezza dalla spiaggia in bikini, né l’abilità di comandare una stanza. Né le buone recensione. Né un agente con gli artigli. La tua personalità deve essere perfettamente calibrata con la tua vita virale. Devi condividere le tue intimità delle tue relazioni e cene online, e costruire una comunità di followers, invece dei fans. Le tue frasi devono essere titillanti, ma non controverse, tu devi essere a tuo agio sia in Amleto che in Mail Online. Forse perché è stata gettata così lontano così velocemente – dall’infanzia in Gravesend con un padre saldatore e una mamma donne delle pulizie, dritta a Hollywood, Arterton inizia a prendere il controllo solo ora.
“C’è stato chiaramente un momento dove ha dovuto prendere un respiro profondo,” dice lo sceneggiatore di film Danny Leigh. Lei ha fatto Prince of Persia, Hansel & Gretel: “Film piuttosto orrendi, probabilmente esperienze piuttosto non gratificanti, e buoni esempi del percorso di guerra che deve fare un giovane attore inglese. Ma specificatamente, un attore proveniente da una classe operaia.”
Mentre attori come Keira Knightley a Carey Mulligan sono andate dritte nel cinema serio, Arterton ha debuttato in St Trinian’s. “I giovani attori provenienti da una classe operaia vengono incanalati sia nelle soap che in drammatici della TV o, se riescono a fare dei film, un cinema molto tipico di realismo sociale,” dice Leigh. “Culturalmente sono visti come se non abbiano lo stesso peso drammatico o raggio interpretativo dei loro colleghi di mezza classe. Ci si sente come se fosse più accettabile trattarli come oggetti sessuali.”
Arterton poi, anche se di successo, era vista come “vivace” e “arzilla”, “e tutti questi oscuri cliché sulle giovani donne provenienti da classe operaia”, dice Leigh. “E ci vuole un regista molto impavido per far mandare in aria questa persona pubblica.”
E’ interessante, ha aggiunto, guardare ai film che lei non ha fatto – specialmente Under the Skin, un film dove è stata scaricata in favore di Scarlett Johansson. Invece nel dramma serio Suffragette, lei era nel musical di Made in Dagenham. “E una delle cose maldestre di Suffragette era che aspirava chiaramente a parlare dell’esperienze di donne del proletariato, ma era cast della classe media a farlo. Riesco a vedere quello stesso script con Gemma Arterton come protagonista, e attualmente penso che sarebbe stato più eloquente e vero,” lui dice. “Lei mi sembra molto più intelligente di quello che le è stato permesso di essere.”
Mentre stiamo al tavolo, l’accento della Arterton striscia dolcemente tra l’essere posh e non, e parla con le sue mani sul tempo che passa. Nel 2010 ha sposato l’uomo d’affari italiano Stefano Catelli. Nel 2015 ha divorziato da lui. Ha rifiutato parti, ha imparato il francese. E’ stato quando Arterton ha realizzato che c’era un’altra carriera da avere, dove lei non doveva continuare in un percorso lastricato di cadaveri nudi, che è tornata a fare film. Film più piccoli. Producendo.
“E’ stato come quando ti guardi e pensi: ‘Perché scelgo amici così fantastici e ragazzi così cattivi? E’ stato lo stesso con il lavoro,” ha detto. “Ho deciso di circondarmi di persone che ‘lo capiscono’. Lavorare in modo diverso. Più giovani, più piccoli, film dal budget più basso.”
Parte di questo è stata la decisione di parlarne. Riguardo l’immagine del corpo (“Perché [essere una taglia zero] va a braccetto con la professione attoriale? Non dovrebbe”), sulla disparità di pagamento (“Parte della ragione sul perché non si parla parità di pagamento è perché noi siamo timidi a parlarne. Se noi possiamo ottenere alle compagnie di pubblicare [calcoli], noi saremo capaci di vedere per noi stessi”) riguardo il candore dell’industria cinematografica, e la classe, e il femminismo. La sua voce si è unita a un brusio di voci in crescita, che stanno domandando.
Nei film, persone come Geena Davis hanno iniziato a fare una campagna sulla rappresentazione di donne sullo schermo, e il Bechdel Test (“Questo film ha almeno due donne che parlano tra loro di qualcosa diverso da un uomo?”) è diventato ampiamente dibattuto. E’ stato parte di una conversazione più grande, dove donne hanno iniziato a condividere le loro storie sui social e in posti come l’Everyday Sexism project – allontanarsi dall’accettato, silenzio pesante.
E’ per questo che la domanda sul rimpianto è complicata. Dieci anni fa, quando è passata da studentessa di arte drammatica a star (o “attrice oggetto sessuale”), Arterton sa che non sarebbe durata a lungo se fosse stata schietta come oggi.
“Era un tempo differente, e non solo per me,” ha detto. “Quando ho iniziato a parlare di come non mi piace parte del mio lavoro, parlando dell’immagine del corpo, mi sono messa nei guai. Così mi sono fermata.”
Ma più stronzate vedeva, tanto più si sentiva respinta, trattata come oggetto, arrabbiata, più sentiva il bisogno di parlare. E oggi, mentre inizia a produrre i propri progetti, concentrandosi sul teatro (entro la fine dell’anno sarà la protagonista del notoriamente difficile Saint Joan alla Donmar Warehouse), abbassando i grandi budget, ruoli che si fanno notare solo per il bell’aspetto, lei crede che quel viaggio, quegli shock, siano stati necessari per finire con una carriera di cui è fiera.
“E’ più facile adattarsi e stare zitto. Questo è il modo in cui è sempre stato con le donne. Più facile di mettersi là fuori e avere un parere, a cui qualcuno potrebbe reagire. Sono sicura che ci sono persone le quali non vogliono lavorare con me perché pensano che io sia difficile – ‘una di quelle ragazze femministe’ – ma ad essere onesti con voi io non voglio lavorare con loro. E va bene. Adesso.”
Finisce il suo drink. “Sta accadendo una rivoluzione, ma nel suo modo inglese tranquillo, perché le persone lavorano in modo fottutamente intenso, ed è difficile da vivere, e ognuno ne ha abbastanza di essere fottuta. Guardate Philip Green – la gente è arrabbiata in questo momento, e ora sono incoraggiati a farsi sentire. E’ un momento emozionante.”
Una testa sbuca da dietro l’angolo. “Scusate l’interruzione.” E’ Steve Coogan. Un altro. “Ehilà!” Rob Bryden. “Gemma volevamo solo venire e dire che siamo tuoi enormi fan, e…” Questo diventa un po’ sfocato dopo. Alcuni complimenti reciproci, uno scambio di battute, baci sulla guancia, una battuta sugli agenti. Loro vanno via. Gemma si gira verso di me, raggiante. “Scusami! Perbacco. Che cosa stavamo dicendo?” Ancora sorridendo.
Il progetto che sta promuovendo oggi è The Girl With All The Gifts con Paddy Considine e Glenn Close – un thriller crudo e raffinato, viene pubblicizzato come un “nuovo tipo di zombie movie” con protagonista una bambina (Sennia Nanua, che aveva 12 anni quando è stato girato il film). Arterton è stata attratta dalla storia perché sembrava, lei dice: “Particolarmente rilevante in questo momento, con l’immigrazione e ora Brexit. Con l’accettare che il modo naturale in cui si evolve la natura è di muoversi”.
Arterton interpreta un’insegnante empatica, una sorta di Miss Honey armata di pistola in un Matilda zombificato. A un certo punto del film, la ragazza chiede a Considine perché gli esseri umani devono sopravvivere, mentre gli zombie “hungries” devono morire. E’ solo perché gli umani sono arrivati prima? Inoltre, Arterton ha voluto lavorare con la produttrice, Camille Gatin. “Camille mi ha detto che erano andati a degli incontri con i finanziatori dove alcuni di questi dicevano: ‘Si può fare questo personaggio al maschile? Ci sono troppe donne in questo prodotto.’ E lei ha detto solo: ‘..Ciao'”
Uno sceneggiatore mi ha raccontato la sua esperienza nel sedersi con la Arterton in un incontro simile, dove ci sono stati finanzieri che, ha detto, l’hanno bombardata di domande sessiste. Si aspettava che lei uscisse – invece, si meravigliò, con calma ha stracciato le domande, preso il controllo della stanza, lasciandola con il denaro. Arterton ridacchia quando le chiedo a proposito di questo. “A volte mi dispiace per gli uomini moderni.” Sospira. “Sto leggendo questo libro sorprendente, All the Single Ladies di Rebecca Traister, sul femminismo e sul matrimonio, e che cosa significa ora che, finanziariamente, le donne non hanno più bisogno degli uomini. E’ nell’incontrare uomini come quei ragazzini di città che, pero’, mi fa venir voglia di produrre più film con quelli che loro chiamano ‘personaggi simpatici’. Sfidarli.”
Arterton è entusiasta di un film che girerà entro la fine dell’anno, interpretando una donna che fugge da suo marito e figlio. Si chiama The Escape. “Dominic Cooper interpreta mio marito. Lui e io stavamo parlando di come guardiamo spesso alle persone che tornano a casa sposati giovani e hanno figlio e noi invidiamo le loro vite…” si affievolisce, sorridento. “Mi dispiace – quella cosa con Steve Coogan e Rob Bryden, è stato forte vero?” Sì. “Hai intenzione di scriverlo?”. Sì. “Oh bene, grazie.” Lei ridacchia.
Ora che si sta muovendo verso la produzione, alla Arterton è stato dato quello che lei chiama “l’elenco”. Giù in un lato ci sono i nomi degli attori e giù per l’altro c’è la loro classificazione. “Si va dalla A+ fino in fondo. In cima ci sono le persone come Emily Blunt, o chiunque sia stato nominato a un Oscar. Io sono B-, il che significa che non sono così ‘finanziabile’. La mia bancabilità sarebbe salita se avessi fatto un blockbuster. Se solo potessi essere più come Gary Oldman, il quale tira fuori, ma con calma, film d’azione che a nessuno interessa di vedere, che significa che tra due anni gli sarà concesso di fare quello che vuole.”
Più che si parla più sembra bizzarro il suo lavoro. “Bizzarro per tanti motivi”, dice. “Anche solo la parte della recitazione. Perché se si mente su qualcosa abbastanza a lungo poi si comincia a crederci. Inizia a diventare la verità per te. Con Saint Joan andrò a prendermi uno spazio dove andrò a morire in un minuto, spesso due volte a giorno.”
Uno dei modi in cui sta cercando di rimanere sana di mente, di prendere il controllo, è cancellando tutti i social dal suo telefono cellulare. “Ho un’amica al quale è stato detto che deve mettere più ‘outfits del giorno’ e immagini regolari del suo cibo, perché un sacco di casting per i film avviene sui social media. La gente che mette i soldi dice: ‘Bé, loro hanno 3 milioni di followers, mentre quell’altro attore ne ha solo 1000, quindi…’ Ma sono determinata a fare le cose diversamente. E questo è solo perché mi ha informata la mia carriera degli esordi. Ora so di che cosa voglio parlare, quello che voglio esplorare. Questo è il posto delle donne nel mondo. E tutte le cose che sto producendo, tutte le storie che voglio raccontare prossimamente, sono esattamente su questa cosa.”
Il cameriere ha bisogno del tavolo – abbiamo concluso il tempo a nostra disposizione – così ci troviamo su poltrone vicino a metà del cast di Made in Chelsea. In un momento di tranquillità li sento sospirare di essere stati invitati a inserire nel cast un po’ di ‘amici non bianchi’. Arterton allarga i suoi occhi verso di me con la bocca ‘Oh mio Dio’, e sposta la sedia per guardare meglio. Si siede di nuovo, ridacchiando.
La sua nuova carriera le si addice. Qual è il prossimo passo? “Tu ascolti il podcast Guilty Feminist?” Lei lo raccomanda, in particolare l’episodio in cui i presentatori si sfidano a vicenda nello smettere di cercare di essere simpatici. Arterton va nel personaggio di una donna che sta organizzando un incontro. “Invece di fare: Ciao, sì, non so se ti ricordi di me, ci siamo incontrati tipo qualche anno fa? So che sei stata molto occupata, stai facendo cose incredibili, wow, congratulazioni per questo! In ogni caso, qualunque sia, così ho avuto questa piccola idea, e voglio dire, probabilmente non ti va, ma ho pensato che forse potremmo prendere una tazza di té, lo sto comprando! Ma non preoccuparti se non puoi…’ “Lei è centrata. Si mette a sedere dritta. “Invece lei ha detto: ‘Ho un’idea sorprendente, incontrami Mercoledì alle due'” Getta le mani, come se: “Così semplice! Quest’anno, sarò sempre me stessa. Niente scuse.”
Traduzione dell’articolo di Eva Wiseman per The Observer a cura di Gemma Arterton Italia
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